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IBERICI E FENICI. Riproduzioni archeologiche e museali.

IBERICI E FENICI. Riproduzioni archeologiche e museali.

“Iberia è il nome dato alla parte che cade sul nostro mare (Mediterraneo), a partire dalle colonne di Eracle. Ma la parte che cade verso il Grande Mare o Mare Esterno (Atlantico), non ha un nome comune a tutto, perché è stata riconosciuta solo recentemente”.

(Polibio, storico greco del II secolo a.C. che visse per un periodo nella penisola iberica).

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Gli iberici svilupparono la loro cultura nel primo millennio a.C., fino all’entrata dei romani nel III secolo a.C., trovandosi al crocevia tra la preistoria e l’inizio della storia.

Nell’arte iberica troviamo la scultura e la pittura fortemente influenzate dalla cultura tartara, così come la scrittura derivata dalla scrittura fenicia e greca.

Lavoravano con diversi materiali nella scultura: pietra, bronzo e terracotta, con grande influenza dell’arte greca e fenicia. Spiccano le sculture di temi religiosi, idoli, animali mitologici, numerose figure di guerrieri a cavallo e figure femminili come l’emblematica Signora di Elche o Signora di Baza.

In termini di pittura, hanno usato principalmente il colore rosso, che va dal rosso scuro a quasi l’arancione e il nero. Figure animali e motivi vegetali, e a volte figure umane, erano le caratteristiche principali della pittura.